In una mite serata di febbraio, da instancabili ricercatori di eccellenze gastronomiche – approfittando della bella iniziativa promossa dall’intraprendente Loanna del Toma & Tomi di Carpi – abbiamo incontrato un alfiere del formaggio di qualità, quel Castelmagno d’alpeggio di cui si favoleggia e così raro perché prodotto in limitate quantità come tutti prodotti autenticamente artigianali.
Giorgio Amedeo con il fratello Pier Andrea, originari della Val Grana, dopo avere trascorso molti anni all’estero, hanno deciso di fare ritorno e investire in un progetto ambizioso. Con la neocostituita società “Terre di Castelmagno” hanno acquistato 120 ettari di pascolo d’alta quota (che comprendono alpeggi pregiati come il Grange Nollo, il Grange Rudu, il Grange Bijoi e il Grange Borgis, dove le vacche durante il giornno sono lasciate libere di pascolare) e creato un’azienda, La Meiro (malga in Occitano) per la produzione e la stagionatura del Castelmagno d’Alpeggio .
Durante la piacevolissima conversazione (a tratti anche ripresa e filmata con la consueta maestria da Giulio, che ha poi realizzato un bel montaggio delle riprese pubblicate su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=UAt4oUn7HRU) alternata alla degustazione dei prodotti dell’azienda, il Nostro ci ha raccontato che Slow Food, per valorizzare e tutelare la produzione in malga di questo formaggio, ha creato un presidio che riunisce alcuni magari, produttori e stagionatori storici di Chiappi (frazione del comune di Castelmagno situata nella parte sommitale della Valle), stabilendo un disciplinare che prevede regole molto rigide, nel pieno rispetto delle tecniche di produzione tradizionale. In questo modo la qualità è garantita.
Tra uno spicchio di formaggio dal nostro distinto interlocutore abbiamo appreso che il Castelmagno d’Alpeggio viene affinato in grotte di tufo poste a 1700 m d’altezza a temperatura e umidità costanti. Richiede molta attenzione, pazienza e cure di abili raffinatori. Con il trascorrere del tempo, poi, si veste di muffe nobili quando inizia la cd fase dell’erborinatura. Perché il Castelmagno normalmente conosciuto e consumato come formaggio a pasta bianca, ha una tradizione di formaggio erborinato (caratteristica che ha contribuito alla sua fama nei secoli e che ha sedotto Carlo Magno).
I fratelli Amedeo sono ormai noti e il loro prodotto di alta qualità è molto richiesto, soprattutto da ristoranti e chef stellati. Nella loro struttura hanno realizzato anche un ristorante e alcune camere per il soggiorno.
La conversazione poi si è soffermata sui temi seducenti dell’impareggiabile microclima dei pascoli d’alta quota che donano caratteristiche organolettiche straordinarie al formaggio d’alpeggio. Nei mesi estivi i toni fragranti delle essenze e i profumi dei pascoli caratterizzati dalle graminacee e dalle erbe officinali, vengono trasferiti nel latte determinando le caratteristiche organolettiche straordinarie del formaggio d’alpeggio
Il Castelmagno d’alpeggio che abbiamo assaggiato nelle sue varie declinazioni merita veramente l’appellativo di “re dei formaggi” .
Indovinate anche gli abbinamenti con i vini e, infine, pure l’audace accostamento al Genepy prodotto sempre da piantine coltivate nell’azienda La Meiro dei f.lli Amedeo, a 2000 metri di quota secondo metodi di coltivazione biologica sviluppati in collaborazione con la Facoltà di Agraria Università di Torino.
Per concludere una notazione storico/geografica, la Valle Grana è culla della civiltà occitana.