Giacomo Bologna e il “Rinascimento” del Barbera

0

Giacomo Braida Bologna  imagesCT2VLYOE

……pensate che acquistò di tutto il magazzino francese della Carpano (che importava in Italia Romanée-Conti) spendendo una fortuna, ma si portò a casa centinaia di casse e magnum, in serie complete di varie annate, del vino più famoso del mondo!  Giacomo, quando  aveva amici,  stappava così come fosse acqua minerale La Tâche o Richebourg prendendole a caso e rovinando irrimediabilmente una serie che così era certo di bersi solo lui (Tranquilla Anna, la finiamo!), per la disperazione della moglie Anna che, vedeva  sfumare nei bicchieri degli amici tutto l’investimento fatto: d’altra parte un suo celebre aforisma recita: “Tutto quello che beviamo non resta nell’invenduto” !

Giacomo è stato uno di quei personaggi che  lasciano il segno. Un uomo che con la sua carica di simpatia e generosità si è fatto amare al punto da diventare un modello. La sua casa era un approdo sicuro e accogliente per tutti coloro che amavano la buona tavola e il buon vino.

Ha scritto di lui Beppe Orsini: ” Giacomo aveva questa capacità unica di entrare in sintonia con le persone facendole sentire tutte importanti e speciali: era una dote naturale che chiunque lo abbia conosciuto gli riconosce subito. È per questo che anche persone che poi in effetti lo vissero poco, ne parlano come se fosse stato il loro secondo padre”.imagesCGVDJPPR

I suoi compagni di ventura prediletti, legati a lui da vincolo profondo, erano Luigi Veronelli e Mario Soldati. Con loro Giacomo ha viaggiato, visitato e trascorso lunghe nottate a
dissertare di enologie

Alle sue intuizioni felici, alla passione, al suo entusiasmo e alla voglia di scoprire  e innovare è dovuta la rinascita del barbera, quando ancora, nei primi anni 80, il barbera era ancora un vino rustico che vestiva gli abiti polverosi di una cultura ottocentesca.   Ha nobilitato un vitigno sociale eleggendolo a vitigno nobile di qualità, ha detto di lui un grande ristoratore.

Dapprima con la Monella, un barbera beverinoimagesF4WHPT6I e vivace fermentato in bottiglia, e poi con il più famoso e celebrato Bricco dell’Uccellone, che ha visto le sue prime luci nel 1985, in contemporanea con il lancio delle piccole botticelle di rovere francese, le  famose barrique. Gran vino questo Bricco al quale bisogna riconoscere il merito del rilancio del barbera.

In questo quadro il talento di Giacomo Bologna si afferma come quello di un pittore rinascimentale,  nel senso che con lui è ” rinata ” la barbera, come lui la chiamava con gentilezza.  Giacomo e i suoi amici Mario Soldati e Luigi Veronelli  e via via fino a  Carlin Petrini,  perché in quell’ambiente si è sviluppato quel clima culturale che ha dato le origini a Slow Food.  Una generazione che ha creato uno stuolo di allievi,  molti dei quali rivelatisi dei veri e propri discepoli uniti da solida passione sempre nel rispetto della storia, della professionalità e dell’amore per la terra e i suoi frutti.  Un’influenza, quella esercitata da questi precursori, che,  come ha affermato uno dei loro seguaci, “ha visto la nobile Francia reagire per i vini e gli alimenti finalmente elaborati dalle nostre parti, come per la pedalata di Fausto Coppi e Gino Bartali – e i francesi ancor si incazzano  canta Paolo Conte” .

“Giacomo Bologna, tappi non parole” (Cesare Pillon)

 

Condividi su:

Autore

Lascia un commento