Nell’etichetta, dovrà essere indicato il luogo di origine del cibo
Verrà reintrodotto l’obbligo di indicare lo stabilimento d’origine sull’etichetta dei prodotti alimentari, realizzati in Italia e destinati al mercato italiano. Il governo intende portare avanti questa battaglia anche in Europa come ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina.
Da parte del Consiglio dei Ministri è stato approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura.
L’obbligo di indicazione della sede dello stabilimento riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirà a breve la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione. L’Italia insisterà sulla legittimità dell’intervento in applicazione di quanto previsto dall’articolo 38 del regolamento n. 1169/2011, motivandola in particolare con ragioni di più efficace tutela della salute dei consumatori.
Il via libera alla reintroduzione dell’obbligo di indicare nell’etichetta dei prodotti alimentari lo stabilimento di produzione risponde alle aspettative dell’87% degli italiani che lo avevano chiesto con una consultazione pubblica .
La scomparsa dell’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione era stata provocata dall’entrata in vigore il il 13 Dicembre 2014 delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori del Reg. Ue 1169/2011. Senza l’intervento normativo nazionale sarebbe impossibile riconoscere nel cibo in vendita l’origine dei prodotti agricoli impiegati ed anche il luogo di trasformazione e confezionamento, rendendo di fatto più facile spacciare come italiani prodotti stranieri.
Il regolamento consente però ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. Questa opportunità che è stata ora colta per l’indicazione dello stabilimento di trasformazione e di confezionamento deve essere ora sfruttata anche per l’origine della materia prima impiegata come chiede il 96,5% dei consumatori che ritiene necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta dove ancora manca, dai formaggi ai salumi, dalle conserve ai succhi di frutta fino al latte a lunga conservazione.